E’ il 1974, Saarbrücken, Germania. Maurizio Cancelli è arrivato da pochi giorni, nel portabagagli i suoi quadri e le sue opere d’arte. L’idea, su spinta di un amico gallerista, è di provare a dare lì una svolta alla sua carriera d’artista. E’ sera, Maurizio sta seduto in una tavola calda, accanto a lui c’è una bellissima ragazza e il pensiero di Maurizio vola a sua madre. In quel momento arrivano tre ragazzi tedeschi, succederà qualcosa.... Il giorno dopo, alle dieci del mattino, Maurizio Cancelli sale sulla sua Ford Escort verde 1100, alla volta di casa. Dodici ore dopo è a Cancelli, il suo paese natale e da quel giorno vivrà e farà arte esclusivamente nel suo territorio.
Cancelli è una frazione montana in provincia di Foligno: poche casupole basse, un campanile, alti abeti e vecchie querce. Ormai da anni ad abitarci c’è solo lui, Maurizio, ma le visite non mancano. Gente comune di ogni estrazione sociale, vescovi, sportivi, contadini, politici e operai continuano a salire sino al piccolo borgo, in nome di un’antica tradizione.
Tutto ha inizio duemila anni fa, quando gli apostoli Pietro e Paolo arrivarono a chiedere ospitalità a una famiglia antenata dei Cancelli. La famiglia era povera ma non negò l’accoglienza ai due stranieri. Così il mattino dopo, prima di rimettersi in cammino, donarono al capofamiglia una dote che avrebbero ereditato tutti i discendenti maschi che sarebbero rimasti nel paese di Cancelli: la cura della sciatica.
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